In un altro articolo del nostro sito dedicato ai superfood abbiamo visto quanta storia e tradizione abbia percorso il pepe lungo i secoli. Ma questa spezia dalle molte varianti e dal gusto inconfondibile possiede anche tante proprietà e la si trova sotto forma di diversi colori. Vediamo allora quali sono i benefici dell’utilizzo del pepe e in quali varietà è possibile trovarlo in natura (e in commercio).
Il pepe è dunque il re delle spezie. Se utilizzato con parsimonia e in maniera corretta non può che fare bene all’organismo. Vanno invece evitati gli eccessi, che potrebbero comportare dei fastidi (che vedremo). Vediamo di seguito quali sono le principali proprietà benefiche del pepe in generale.
In generale possiamo dire che la piperina contenuta nel pepe è uno stimolante dei processi digestivi, favorendo anche l’attivazione del metabolismo. Potrebbe sembrare un controsenso, ma il pepe serve anche se si soffre di specifici problemi all’intestino, in particolare di aerofagia o meteorismo, ed anche diarrea.
Abbiamo già diverse volte trattato nei nostri articoli l’importanza degli antiossidanti nell’alimentazione. Si tratta di molecole che agiscono attivamente contro l’ossidazione e la degenerazione cellulare, prevenendo anche patologie neoplasiche (tumori). Il pepe possiede molti antiossidanti naturali, che oltre a contrastare importanti patologie degenerative (in particolare sembra sia efficace nella prevenzione del tuomore al colon-retto) sembra sia utile anche contro l’invecchiamento cutaneo e disturbi dell’apparato cardiocircolatorio.
Numerosi studi hanno confermato come la piperina contenuta nel pepe sia utile nel contrastare la perdita di memoria e nel rinforzare le connessioni neuronali. Ecco perché consumare pepe potrebbe essere un valido aiuto anche nel rallentamento del Morbo di Alzheimer. Si stanno studiando poi gli effetti del pepe sulla depressione.
Le altre proprietà del pepe sono ancora legate alla piperina. Esse hanno a che fare con la termogenesi, cioè con il bruciare grassi e zuccheri (aumento del metabolismo), e con la depurazione integrale dell’organismo. Il pepe si è infine rivelato un fantastico antinfiammatorio e depurativo, contro le principali affezioni di questo genere.
Dopo aver elencato tutti i benefici di questa spezia dobbiamo sottolineare che, come accade per tutte le spezie, esistono delle importanti controindicazioni nell’utilizzo del pepe. Non va ad esempio consumato se si soffre di infiammazioni o infezioni all’apparato urinario (cistiti, nefriti, uretriti), così come va evitato in caso di emorroidi e reflusso gastro-esofageo. Meglio evitarlo anche se si è soggetti a gastriti o si soffre di ulcera gastrica o di colite. Attenzione anche a non annusarlo troppo spesso: in soggetti sensibili si potrebbero scatenare delle vere e proprie reazioni avverse! Altre categorie di persone che dovrebbero astenersi dall’uso del pepe sono coloro che sono in cura con farmaci contro l’ipertensione (reazioni crociate) e donne incinte o che stanno allattando. Ad ogni modo, è sempre bene non esagerare con il pepe: alcuni suoi terpeni potrebbero infatti rivelarsi tossici e portare anche alla formazione di calcololosi.
Veniamo ora a chiarire le informazioni riguardo alle diverse varietà di pepe che si trovano in commercio. Da cosa derivano e in cosa differiscono le une dalle altre? Ovviamente qui parliamo di pepe in grani e non macinato (che è più versatile ma lo si trova soprattutto nella varietà di pepe nero). Molte delle differenze hanno a che fare con il sapore: un filetto al pepe verde è certamente diverso da una besciamella al pepe bianco o ad un pesce al cartoccio cotto con pepe rosa. Cerchiamo di capire perché.
Il pepe nero in grani, così come il pepe bianco e quello verde vengono tutti dalla stessa pianta: il piper nigrum. La differenza tra loro sta nelle modalità di maturazione e trattamento dei frutti (i grani del pepe, in pratica). Il pepe nero non viene in pratica né trattato né sbucciato: rappresenta il frutto della pianta che ha raggiunto la piena maturazione. Il pepe bianco, invece, non è altro che pepe nero “denudato”: il granello di pepe nero viene cioè privato della buccia esterna dopo essere stato immerso per un certo tempo in acqua tiepida, quindi ammorbidito. Il gusto del pepe bianco è più deciso ma meno piccante, tanto che si rivela perfetto nelle salse o nei puré.
Sempre dalla stessa pianta si ricava poi il pepe verde. Si tratta di un pepe non portato a completa maturazione, ma colto ancora acerbo, poi essiccato e messo al riparo dalla luce. Il gusto del pepe verde è sorprendentemente fresco e aromatico, adatto a piatti estivi o per contrastare la sapidità di pietanze molto elaborate.
Esistono infine altre varietà di pepe che però non derivano dalla comune pianta del piper nigrum, ma provengono da altre specie botaniche. Il pepe rosa, ad esempio, non è propriamente pepe, ma viene raccolto da una pianta Sud Americana: sono quindi delle semplici bacche dal gusto aromatico e non possono essere macinate, perché sono morbide.
Il pepe lungo rappresenta invece la varietà più antica del pepe, quella cioè utilizzata dagli antichi Greci e di cui gli antichi Romani erano ghiotti. Oggi il pepe lungo è diventato piuttosto raro da reperire, soprattutto in Occidente. Lo si trova più spesso in India, Indonesia, in Nepal o in alcuni Paesi del Nord Africa. Il suo sapore, comunque, è molto più piccante ed aromatico del comune pepe nero. Chiudiamo ricordando anche il pepe del Sichuan, anch’esso non derivante dalla pianta del pepe ma da un’altra pianta originaria della Cina. Le bacche del Sichuan sono davvero piccantissime ed “infuocate”, quindi se lo si consuma occorre essere molto cauti.
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